Angela Merkel: “Tsipras è il più bel successo della troika!”
Wolfgang Schäuble: “Rigore dubbio”
Christine Lagarde: “Strike the debt!”
Angela Merkel: “Tsipras è il più bel successo della troika!”
Wolfgang Schäuble: “Rigore dubbio”
Christine Lagarde: “Strike the debt!”
Sto seguendo con molta attenzione il percorso politico apertosi a sinistra a partire dalle scorse elezioni europee. L’Altra Europa con Tsipras, nata fra gli strali multi-partisan, è riuscita ad eleggere tre europarlamentari ed è entrata nel gruppo parlamentare della sinistra europea GUE/NGL.
A livello europeo questo percorso si può considerare in crescita grazie, essenzialmente, alla spinta di due autentiche rivelazioni del panorama politico europeo: Syriza e Podemos. Due formazioni apparentemente molto diverse tra loro, ma che hanno saputo trovare un terreno comune di proposta politica. Due formazioni che, stando agli ultimi sondaggi, si ritrovano al primo posto nel consenso dei rispettivi paesi, Grecia e Spagna. Due paesi, non a caso, simbolo della crisi. Due paesi caratterizzati dai drammatici fallimenti della classe politica locale e dell’Europa neoliberista. Continua a leggere
L’altro giorno, chiacchierando a proposito di larghe intese, mi si è riproposta (un po’ come la peperonata) la fatidica domanda: “ok ma se dal voto non esce un vincitore, che si fa? il caos?”.
Eh già, che si fa? Se un caso limite produce una situazione d’emergenza occorre una soluzione fuori dall’ordinario. Se però si prova ad allargare un po’ lo sguardo ci si accorge che il caso non è poi così limite. Continua a leggere
Da qualche giorno imperversa (più o meno) e divide (molto) l’affaire Paola Bacchiddu, responsabile comunicazione della lista L’altra Europa con Tsipras. Piovono critiche da destra (doppiopesismo morale, con focus sulla Minetti) e da sinistra (tradimento ideologico dell’antiberlusconismo).
Il fatto: venerdì 2 maggio viene pubblicato sul sito della lista Tsipras un post della redazione riguardo la censura mediatica sulla lista (ed in particolare riguardo gli scheletri negli armadi del centrosinistra in materia di conflitto di interessi), già oggetto di un ricorso all’Agcom per lo scarso spazio riservato dalle TV (0,02%).
Alzi la mano chi ha almeno sentito nominare il TTIP.
Pochini eh…
TTIP è un altro di quei mefistofelici acronimi, tramite i quali il (corto)circuito mediatico-politico riesce ad amalgamare i mille ingredienti della realtà nell’indistinguibile brodo dell’insofferenza. TTIP sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership.
Tranquilli, non ho nessuna intenzione di parlare di SCII KIMIKI!!1!1!
Il 13 febbraio 2013 il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e i leader dell’Unione Europea si sono impegnati ad avviare negoziati per un Accordo Transatlantico per il Commercio e l’Investimento (TTIP), noto anche come TAFTA (Accordo transatlantico per il libero commercio). Un primo round di negoziati si è tenuto a porte chiuse nel luglio 2013, da allora gli incontri si sono moltiplicati (sempre rigorosamente a porte chiuse) ed entrambe le parti mirano a concludere le trattative entro la fine del 2014.
Ma di cosa si tratta? Continua a leggere
Le parole sono importanti, sostiene Moretti (non il super-mega-manager-galattico ma il regista). Le parole sono gli attori protagonisti del senso, sosterrei io (uno, nessuno e…uno, nessuno). Ok parliamone, esaminando un esempio (non esattamente a caso…). La definizione più utilizzata sui media (e non solo) per descrivere la neonata lista Tsipras suona più o meno così: “quattro intellettuali di sinistra folgorati dal leader greco”. Provo ad azzardare un’analisi di questa definizione. Continua a leggere
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